Come realizzare un corso di formazione a distanza FAD – parte 1

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Lo scopo di questo documento è di fornire dei consigli operativi per la progettazione ed erogazione di corsi in formazione a distanza. Il processo della FAD presenta una complessità superiore a quello della formazione tradizionale: i fattori di qualità di cui tenere conto sono molti e legati ad ambiti differenziati quali per esempio le tecnologie coinvolte, le metodologie, l’isolamento dei partecipanti, le tempistiche, la logistica, la complementarità fra attività a distanza e in presenza.
Per questi motivi è utile fornire una lista di punti di attenzione e di consigli che offrano un orientamento di massima e permettano di mettere a frutto alcuni “punti fermi” ormai acquisiti nel settore della FAD, nonchè di evitare gli errori più macroscopici.
I consigli sono stati suddivisi in due sezioni: quelli riguardanti la progettazione dell’intervento formativo e quelli riguardanti l’erogazione. La suddivisione può risultare, in alcuni casi, artificiosa, in quanto la maggior parte dei punti di attenzione devono essere attentamente considerati nella fase di progettazione per poi essere realizzati e messi in pratica in quella di erogazione. Tuttavia la suddivisione ha un proprio valore se si considera che i consigli relativi all’erogazione hanno una valenza maggiormente pratica e sono legati ad attività che non richiedono una progettazione di dettaglio ma che possono essere facilmente attuate durante la fase di erogazione.

Fase 1: Progettazione
Nella formazione a distanza è particolarmente importante suddividere e organizzare i contenuti in unità concettuali di piccole dimensioni, facilmente gestibili dai partecipanti e caratterizzate dall’approfondimento di un contenuto specifico.

Il corso dovrebbe quindi essere strutturato in lezioni, per i quali occorre prevedere una durata media di studio (una stima del numero di ore che l’allievo potrebbe impiegare per studiarne i contenuti) ed una articolazione temporale (la lezione n.1 deve essere svolta nella prima e seconda settimana di corso, la lezione n.2 nella terza settimana di corso, ecc.).
Perchè L’unità di organizzazione dei contenuti cui si fa più spesso riferimento è la lezione. La lezione è composta da una serie di attività finalizzate all’apprendimento di un segmento di contenuti delimitato in una unità di tempo determinata – nei corsi fad le lezioni hanno infatti spesso una cadenza settimanale.
La progettazione didattica dovrebbe quindi partire dall’insieme dei contenuti che si vogliono erogare per tentarne una suddivisione in unità concettuali – le lezioni appunto. Se la progettazione è stata condotta correttamente, dovrebbe essere facile identificare un titolo per ogni lezione. La fase successiva consisterà nella progettazione delle attività da cui la lezione sarà composta.
I vantaggi di questo approccio sono i seguenti:
–    i partecipanti hanno a disposizione una mappa dei contenuti (le lezioni) facilmente comprensibile e memorizzabile. Questa mappa coincide anche con le attività previste e con la scansione temporale di tali attività;
–    le lezioni così create sono unità autoconsistenti, in altre parole è possibile riutilizzare queste lezioni anche in corsi diversi da quello originale oppure creare nuovi corsi basandosi su lezioni già esistenti e appartenenti a corsi diversi.

Ogni lezione deve prevedere una serie di attività che nel loro complesso possano assicurare una piena comprensione dei contenuti proposti. È anche importante tentare di stimare efficacemente la durata delle attività didattiche per supportare gli allievi nel processo di apprendimento.
Le attività consigliate sono:
1.    incontro in presenza di introduzione alla lezione;
2.    studio individuale di materiali didattici;
3.    esercitazione a distanza;
4.    partecipazione al forum di discussione per socializzare i contenuti e i risultati dell’esercitazione;
5.    svolgimento del test di autovalutazione.

Rispetto al modello di lezione proposto si possono ovviamente inserire delle differenze (per es. non tutte le lezioni avranno un incontro in aula, altri prevederanno un test di autovalutazione intermedio oltre a quello finale ecc.). L’idea di fondo è però che le diverse tipologie di attività portino a un rafforzamento delle conoscenze acquisite e a una loro socializzazione nel gruppo dei partecipanti.
Affinché gli allievi abbiano la possibilità di seguire in tempo reale il percorso di apprendimento progettato occorre cercare di stimare correttamente il tempo necessario per completare le attività o per lo studio dei singoli materiali didattici. La stima dei tempi previsti dovrà essere effettuata considerando una persona con preparazione media e che abbia seguito e svolto tutte le attività precedenti nel corso. Si darà ovviamente il caso di partecipanti che impiegheranno meno tempo di quello previsto (per es. perché conoscono già l’argomento, perché hanno una particolare facilità su un certo tipo di contenuti ecc.) o che impiegheranno più tempo di quello previsto (per es. perché hanno bisogno di riprendere alcuni contenuti per poter capire perfettamente quelli nuovi), tuttavia l’indicazione dei tempi permetterà ai partecipanti:
–    di gestire al meglio il tempo dedicato allo studio cercando di portare a termine le attività – per esempio scegliendo quale attività affrontare in base al tempo che si ha a disposizione;
–    di capire il tipo di approfondimento richiesto nell’affrontare i materiali didattici (per es. se per una dispensa di 20 pagine è indicata una stima di un’ora, è chiaro che si richiede una lettura veloce e per sommi capi).

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Fonte: Università Studi Piemonte Orientale

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