Il 1° gennaio 2015 è stato introdotto con la legge 186/2014 il nuovo reato di
autoriciclaggio che è stato inserito nei reati previsti dal Dlgs 231/2001 (art. 25 octies).
Pertanto,in qualsiasi caso di comportamenti e attività in cui si creano fraudevolmente dei fondi impiegati in attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o speculative (es. evasione fiscale) l’ente è ritenuto responsabile, a meno che non abbia tramite il modello 231 applicato tutte le misure possibili per prevenire tale reato.
L’adeguamento dei modelli 231 è sostanziale in quanto tale reato può colpire anche comportamenti elusivi fiscali avvenuti negli precedenti all’entrata in vigore della norma.
Il primo step è quello di identificare le aree a rischio per la sua commissione a cui seguirà la valutazione del rischio.
Successivamente è necessario stilare procedure di controllo. Deve essere inoltre aggiornato il mansionario e il sistema di deleghe allo scopo di fornire un ombrello giuridico a tenuta di giudice.
Parallelamente occorre aggiornare il codice etico, il regolamento dell’organismo di vigilanza e svolgere la necessaria formazione ai dipendenti e collaboratori aziendali.
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